di Sky
"Il figlio del sogno" (Alexandros) di Valerio Massimo Manfredi
"Tu non sarai né greco né macedone. Sarai soltanto Alessandro. Ti ho insegnato tutto ciò che potevo: ora camminerai per la tua strada e nessuno può dire dove ti condurrà".
Con queste parole, Aristotele congeda il giovane Alessandro Magno, terminata la sua istruzione presso la località di Mieza. Ed è proprio così che si snoderà il futuro del ragazzo, detto discendente di Achille ed Eracle: quando salirà al potere mirerà ad attuare i sogni espansionistici di suo padre e che col tempo sono diventati anche i suoi. Mostra segni di eccellenza quasi divina fin dalla più giovane età: figlio primogenito del re Filippo II e della regina Olympias, da adolescente uccide un leone e doma da solo un cavallo regalatogli dal padre, a cui dà il nome di Bucefalo. Filippo provvede con grande dedizione alla sua formazione sia politica che culturale, affidandolo prima al maestro Leonida e successivamente ad Aristotele.
Questo è soltanto l'inizio della vita di Alessandro Magno, che si distinguerà in politica e in guerra per le sue straordinarie abilità. "Il figlio del sogno", romanzo del celebre scrittore Valerio Massimo Manfredi, è il primo della trilogia di "Aléxandros", e si limita a raccontare gli anni di formazione di questo grandissimo conquistatore.
Oltre ad essere presentato come un ragazzo brillante ed estremamente abile, Alessandro è descritto anche da bambino. Lo vediamo crescere insieme ai suoi amici Efestione, Seleuco, Lisimaco, Tolomeo, Cratero, Perdicca, Leonnato, Filota e al greco Eumene. Nel corso della narrazione matura nel modo in cui si esprime, nel comportamento e nelle capacità di ragionamento, sia grazie agli studi che grazie al tempo passato con i suoi coetanei.
All'età di dodici anni, Filippo lo porta a visitare le miniere del Pangeo; qui, il giovane ragazzo strappa una ragazza alla povertà e alla sofferenza del duro lavoro e la porta con sé, dandole il nome di Leptine.
La maggior parte dei personaggi del romanzo sono reali: i membri della famiglia di Alessandro, i suoi amici, Leonida, Aristotele, i rivali in battaglia, il medico Nicomaco. Sono però presenti alcuni personaggi minori ideati da Manfredi, come Leptine e le comparse.
Lo scheletro del romanzo è costituito da avvenimenti reali, riportati da fonti più o meno indiscusse. Le tappe dell'istruzione di Alessandro, le battaglie nelle quali prende parte e l'assassinio di suo padre sono eventi certi; le voci di discendenza divina del principe, il suo incontro con Bucefalo e l'uccisione del leone sono dettagli della sua vita che abbiamo ricavato da ulteriori fonti scritte. Manfredi ha dato vita a questo "scheletro" arricchendolo di dettagli coerenti a queste fonti ed utilizzando la propria fantasia laddove ha trovato grandi lacune.
La prima pubblicazione del romanzo risale al 1998 e il libro rientra nel genere del romanzo storico. Manfredi racconta questa storia con un tono formale ma semplice. Utilizza un punto di vista esterno, senza mai porre un suo intervento diretto nella narrazione. Nel romanzo non sono infatti presenti digressioni storiche, caratteristiche del romanzo storico. Anzi, sono posti al centro di ogni passo i personaggi e sono loro a delineare il contesto in cui avvengono i fatti. Il tempo è scandito in modo chiaro e le vicende "messe a fuoco" sono distribuite in modo omogeneo nel corso della narrazione. Ogni vicenda è ben legata alle altre, le descrizioni sono brevi e poco indulgenti ma molto efficaci: in generale, la lettura è piuttosto scorrevole.
L'ambientazione non è soltanto realistica, ma molto ben eseguita: l'atmosfera è in linea con la posizione sociale dei personaggi, con la loro cultura di provenienza e con le conoscenze scientifiche e filosofiche del tempo. Manfredi riesce a trasmettere bene il rapporto del popolo macedone con la propria religione: l'intero romanzo è percorso da un sottofondo mistico, che porta il lettore a mescolare la propria percezione delle divinità elleniche con quella dei personaggi del racconto.
Il punto più debole del romanzo è forse la variabilità del tono dei personaggi e la trasmissione della loro personalità: si poteva forse porre una maggiore enfasi sugli elementi che distinguono moralmente ogni personaggio dagli altri e far sì che il loro modo di parlare riflettesse queste loro caratteristiche. Le dinamiche tra i personaggi sono comunque credibili e i dialoghi sono più o meno realistici.
Non amo leggere il genere storico, ma credo che "Il Figlio del Sogno" sia un romanzo molto ben riuscito nel suo scopo. Rientra bene nel suo genere, pur non rispecchiandone ogni criterio. La lettura è piacevole e per niente faticosa, molto coinvolgente e avvincente.