di Fabio Arangio
Il latte materno, un alimento inimitabile
Ai tempi in cui ho scritto questo articolo, si continuava a consigliare di svezzare i bambini con il latte vaccino. Si continuava a non dire, o a dire sottovoce, che il latte vaccino non è un alimento adatto al bambino. Difficile da tollerare, complesso da digerire e in alcuni casi fonte di allergie. E si continua a sottovalutare l'importanza dell'allattamento al seno fino ed oltre l'anno di età, ignorando milioni di anni di storia dell'uomo, dai primati a oggi. Milione più, milione meno.
La sopravvalutazione della scienza e gli errori del passato
C'è stato un tempo, in cui si riteneva il latte materno essere superato. Certo, aveva supportato l'uomo per un paio di milioni di anni, ma la scienza era ora in grado di fare meglio, partendo magari dal latte vaccino, separandolo, ricostruendolo ed integrandolo chimicamente. Più o meno nello stesso periodo, si riteneva conveniente e sicuro il parto cesareo rispetto al parto naturale anche in situazioni di gestazione perfettamente normale. Il fatto che nel parto cesareo la probabilità che la mamma abbia maggiori difficoltà a produrre latte è maggiore - produzione stimolata da quell'universo ormonale che è il travaglio ed il parto - non era un problema dal momento che c'era la "formula", il latte artificiale.
Oggi nessuno si sognerebbe di affermare una cosa simile. Chi passa attraverso la gravidanza legge opuscoli, poster ovunque che richiamano l'attenzione e l'importanza dell'allattamento al seno come indiscutibile fonte ideale per il neonato.
Il latte artificiale: un tentativo necessariamente imperfetto di riprodurre il latte materno
Il latte artificiale, per quanto elaborato ed evoluto, può solo aspirare ad avvicinarsi ad essere qualitativamente simile al latte materno. Il latte materno è un vero e proprio universo nutrizionale che non conosciamo tutt'ora completamente. Innanzitutto perché il latte materno, come vedremo, non ha una formula fissa ma muta costantemente con il mutare delle esigenze del lattante e le condizioni ambientali. Poi perché il latte materno risente delle abitudini di vita e alimentari della mamma. Si capisce che cercare di riprodurlo fedelmente è un non senso.
Nei rari casi in cui la mamma non è in grado di allattare, il latte artificiale è un supporto indispensabile, ci mancherebbe altro, ma non confondiamo tecnica e natura. La scienza può eventualmente servire la natura, non cercare di sostituirla.
A uno degli incontri preparto che ho seguito con mia moglie durante la sua gravidanza, un'ostetrica ha rassicurato le donne che continuavano a ripeterle la stessa domanda: "è raro che una mamma non possa allattare, è una delle cose più naturali della vita". E mi ha fatto sorridere il cuore quando ha proseguito: "e sicuramente non sarà il vostro caso".
Sì, quella giovane ostetrica ha capito molto, e non sono lontano dal vero se mi spingo a dire che con quelle parole ha contribuito ha diminuire lea probabilità che quei rari casi si verificassero. Una delle ragioni della mancata produzione di latte materno infatti è proprio da ricercarsi nella condizione psicologica della gestante, tra cui - ironia e paradosso - la stessa ansia che accada.
Il latte vaccino: alimento adatto ai vitellini
Carchiamo di capire il latte vaccino non è un proseguimento del latte materno ma è un alimento diverso.
Il latte animale non è un alimento dell'uomo. Non lo sono neanche degli animali. Mai visto una mucca adulta bere latte. Anche i gatti sono intolleranti al latte, solo nei cartoni animati bevono latte vaccino. Il latte ha senso solo come latte materno per il neonato. Latte materno della stessa specie: per il vitellino servirà i latte di mucca, per il gatto il latte di mamma gatta, per il bambino il latte umano. Superato lo svezzamento (tutto da chiarire il quando dello svezzamento) il latte da fonti diverse dal latte materno non è un alimento "necessario". Questo non vuol dire che non deve essere assunto, ma che non bisogna credere che non se ne possa fare a meno. Bisogna anche superare la credenza che, chi è intollerante al lattosio, andrà in contro a qualche carenza da arginare con integratori o sostituti o altro.
La differenza tra latte materno e latte vaccino
Qual è la differenza tra il latte materno ed il latte vaccino? Innanzitutto ha un aspetto diverso, di consistenza e di colore. Ha anche un sapore diverso, tanto che in alcuni casi i bambini allattati al seno rifiutano inizialmente il latte vaccino proprio per la differenza di sapore. Ma soprattutto ha una composizione di macronutrienti profondamente diversa e un profilo di micronutrienti che lo rendono per l'uomo più nutriente anche se contiene ad esempio meno sali minerali, ma in rapporti diversi rispetto al latte vaccino.
Proteine: meno ma più digeribili ed assimilabili dal bambino
Il latte materno ha circa lo 0.9/1.1% di proteine contro il 3.5% circa del latte di mucca. Ma quello che fa la differenza è la tipologia di proteine. Le proteine del latte vaccino sono principalmente caseina, mentre il profilo proteico del latte materno è caratterizzato principalmente da sieroproteine. La caseina è meno digeribile e a contatto con i succhi gastrici (acidi) tende a cagliare.
Le proteine del latte materno sono maggiormente assimilabili dal bambino rispetto alle proteine del latte vaccino. Quindi paradossalmente nonostante il minor contenuto proteico il latte materno è più nutriente o ugualmente nutriente dal punto di vista di amminoacidi resi disponibili dalla digestione delle proteine.
Carboidrati: maggiori e supportati da enzimi pro-digestivi
Il latte materno ha una percentuale significativamente superiore di carboidrati sotto forma di lattosio, dal 6.5 al 10/12%. Il latte materno contiene inoltre enzimi che facilitano la digestione del lattosio nel bambino. Ecco perché non si verifica intolleranza al lattosio materno mentre anche subito dopo lo svezzamento il bambino può manifestare intolleranza al lattosio vaccino per carente produzione dell'enzima lattasi, che diminuisce significativamente dopo i primi anni di età.
Il latte vaccino ha una percentuale di carboidrati minore, circa il 4,5% che in assenza dei suddetti enzimi è meno digeribile.
Lipidi: gli importantissimi acidi grassi essenziali del latte materno
La percentuale di lipidi è variabile ma soprattutto la sua composizione nel latte materno. Comunque in linea di massima latte materno e vaccino si equivalgono a livello di percentuale assoluta media (intorno al 3,5%) ma sono profondamente diversi nella composizione. Questa differenza è cruciale se si considera il ruolo degli acidi grassi nella modulazione ormonale: il latte materno ha molti meno grassi saturi rispetto al latte vaccino, laddove i grassi saturi sono più densi e non essenziali. Il latte materno ha invece un contenuto significativo e variabile di acidi grassi insaturi essenziali quali acido linoleico (ω6), acido linolenico (ω3) e a seconda dell'alimentazione della mamma di acidi grassi semi-essenziali a catena molto lunga quali il DHA (ω3), fondamentale per lo sviluppo del sistema nervoso centrale.
Il latte materno presenta inoltre acido arachidonico, indispensabile nello sviluppo per la capacità di derivare prostaglandine che favoriscono la replicazione cellulare e quindi lo sviluppo (meno indicato nell'adulto).
La presenza di acidi grassi insaturi essenziali è talmente importante che sono numerosi gli studi che verificano la consigliano l'integrazione degli stessi durante l'allattamento artificiale e lo svezzamento. Le formule di latte artificiali migliori dovrebbero contenere acido linolenico e\o DHA.
Quindi il latte vaccino è meno utile dal punto di vista lipidico e più pesante a livello digestivo.
Sali minerali: meno ma più biodisponibili
Una dimostrazione che non è la quantità di sali che conta ma la loro biodisponibilità, la capacità di assimilarli ed il contesto nutrizionale è il fatto che il latte materno contiene circa un terzo dei sali minerali rispetto al latte vaccino, ma questi, per le proporzioni in cui si presentano ed il contesto complessivo del latte materno come alimento (meno acidificante), sono maggiormente assimilabili!
Il ferro
Nel latte materno il ferro è assimilabile dal bambino 10 volte in più rispetto al latte vaccino. Spesso si somministrano integratori di ferro, dal sapore tremendo ed in quantità così significative da colorare l feci del bambino, in quanto la stragrande maggioranza di quel ferro non viene assimilato. Io ritengo che dovrebbe esserci una maggiore attenzione all'alimentazione della mamma che allatta rispetto alla supplementazione mediante integratori del lattante, in quanto è l latte materno l'ambiente migliore per l'assimilazione dei minerali da parte del neonato!
Il rapporto tra calcio e fosforo: ecco perché il latte materno è la migliore fonte di calcio
Il latte vaccino (1,2 mg/100) ha una quantità di calcio quattro volte superiore al latte materno (0,3 mg/100) ma una quantità di fosforo circa dieci volte superiore (1,8 mg/100 nel latte vaccino contro 0,18 mg/100 del latte materno). Nell'assimilazione del calcio è importante il rapporto che questo ha con il fosforo che nel latte materno è in rapporto di circa 2:1, la proporzione ottimale per l'uomo, mentre nel latte vaccino il rapporto è vicino ad 1:1.
Questo rapporto ottimale sembra inoltre essere una protezione contro la formazione di calcoli renali, dimostrazione che incide sulla assimilazione del calcio, se questo poi si accumula con meno facilità nei reni come prodotto da scartare in quanto non assimilato.
Vitamine: abbondanza nel latte materno e loro salvaguardia
Il latte vaccino è debole sul fronte delle vitamine, soprattutto dopo la pastorizzazione. Il latte materno ne contiene dal doppio a dieci volte in più. Ed in particolare contiene alte concentrazioni di vitamina C, termolabile e quindi in gran parte distrutta dalle procedure di pastorizzazione.
La vitamina C ha un ruolo nell'assimilazione del ferro, tant'è che si suggerisce la spruzzata di limone sui vegetali a contenuto di ferro (di solito a foglia scura) e sulla carne.
Vitamina D
Il latte materno non contiene quantità significative di vitamina D che ha un ruolo nel fissare il calcio alle ossa. tuttavia qui c'è un equivoco. la vitamina D è fondamentalmente un ormone steroideo, sintetizzato cioè a partire dal colesterolo attraverso l'azion dei raggi del sole. Il bambino non ha quindi bisogno di integrazione esterna di vitamina D ma di esposizione (moderata) alla luce. Questa è la forma migliore per la produzione e l'azione della vitamina D.
L'assimilazione delle vitamine
Una breve parentesi per ricordare che le vitamine agiscono bene solo all'interno di un normale contesto alimentare.
Le somministrazione di vitamine isolate in molti studi si è rilevata inutile se non in dosaggi massicci dannosi. Per questo la supplementazione di vitamine andrebbe comunque sempre fatta all'interno dei pasti per far sì che quelle vitamine trovino un ambiente nutrizionale quanto più possibile "naturale" e completo. Anche in questo caso spesso viene consigliato l'opposto, ovvero di assumere integratori a stomaco vuoto, sull'assunto che poi se ne ritrova maggiore quantità nel sangue rispetto a prenderli insieme al cibo. Senza però capire che, in situazioni di salute normale, è utile integrare il cibo e renderlo più nutriente, e non assumere vitamine e micronutrienti come medicine.
Enzimi e anticorpi: il latte materno come scudo contro allergie e infezioni
Il latte materno è ricco di sostanze che hanno funzione protettiva contro malattie e allergie. Il bambino allattato difficilmente si ammala o presenta reazioni allergiche. Una volta introdotto lo svezzamento ecco che inizia il rischio di contrarre virus e malattie e, come si suol dire, il bambino inizia a "vaccinarsi" naturalmente.
La variabilità della composizione del latte materno
Un aspetto molto importante è il filo di sintonia fisiologica che esiste tra le esigenze del neonato e la composizione del latte materno. Il latte materno varia la percentuale di acqua e di nutrienti sulla base delle esigenze del bambino, della stagione ecc., come se esistesse un canale di comunicazione tra il bambino e la mamma attraverso l'atto dell'allattamento. Per questo, quando si parlava di percentuali di nutrienti, si indicavano forchette percentuali anche molto ampie. Noi non siamo razionalmente in grado di quantificare quello che il bambino ha bisogno, il corpo della mamma, attraverso la produzione di latte materno invece, sì.
Il latte vaccino industriale ha caratteristiche perlopiù costanti nel tempo dal momento che è estratto in condizioni artificiali e costanti. Immagino sia probabile che durante l'allattamento del vitellino la composizione del latte si adatti, ma la mungitura meccanizzata è al di fuori di quello che può essere considerato un evento naturale. Un elemento spesso trascurato ma di primaria importanza. Quello che ho notato è che i bambini svezzati precocemente o non allattati al seno presentano più facilmente problemi di sovrappeso, dermatiti, infezioni e loro recidivarsi. Come si può con l'allattamento artificiale venire in contro alle esigenze caloriche e nutrizionali del bambino con correttezza ed adeguatezza? Solo un atto di arroganza scientifica può affermare che si possa. Le esigenze nutrizionali del bambino cambiano con la stagione, la temperatura, l'ambiente in cui si vive, l'attività, le abitudini dei genitori (quanto escono e si muovono e quanto indirettamente stimolano il bambino...), esigenze che solo il latte materno riesce a coprire attraverso una meravigliosa sintonia.